La conclusione della prima browser war verso la fine dello scorso millennio portò ad una solida monoculura: “tutti” avevano Internet Explorer 6 (IE6) su Windows (generalmente senza nemmeno sapere esattamente cosa fosse, se non vagamente “l'internet” per i più sofisticati).

L'apparente o quantomeno temporanea vittoria della Microsoft divenne rapidamente un problema non solo per quei pochi alieni che non usavano IE1, ma anche per tutti gli omogeneizzati nella monocultura dominante, grazie alle gigantesche falle di sicurezza offerte dal browser Microsoft: l'insicurezza di Windows, avente come vettori principali di attacco proprio il browser ed il consociato programma di posta elettronica2, è un fardello con cui tuttora la Microsoft, e soprattutto i suoi utenti, devono fare i conti.

Ma l'eredità della monocultura d'inizio millennio non si limita a questo. La possibilità di creare “facilmente” pagine web quando non interi siti con strumenti poco adatti (quali ad esempio la suite per ufficio della stessa Microsoft), senza grandi conoscenze tecniche (bastante ad esempio spesso la capacità di usare un motore di ricerca e di copincollare codice) ha comportato la diffusione di pagine web di pessima qualità dal punto di vista tecnico, e soprattutto scarsamente fruibili, generalmente solo per ragioni estestiche, ma troppo spesso anche per questioni funzionali, su browser diversi da quello dominante. (Perché d'altronde sprecarsi per quel misero 10% di outsiders?)

Lo scarso interesse della Microsoft per il web come piattaforma ha fatto sì che la monocultura da lei dominata ne arenasse lo sviluppo, soprattutto in termini di interattività: per cinque anni abbondanti (un lunghissimo periodo in campo informatico), le potenzialità offerte dalla sempre più diffusa banda larga sono esulati dal linguaggio specifico del web (HTML), rimanendo dominio quasi incontrastato di tecnologie “supplementari”, prima Java, quindi Flash, disponibili un po' per tutti, e i famigerati (quanto pericolosi) controlli ActiveX specifici proprio di IE6.

Nel frattempo il lavoro dei pochi campioni di quel misero 10% di outsiders, piuttosto che arrendersi e gettare la spugna, ha lavorato dapprima per coprire il breve passo che lo separava dalle funzionalità offerte dal famigerato browser della Microsoft, e quindi per aggiungere nuove funzionalità. Dalle ceneri degli sconfitti dello scorso millenio è nato un web solido e sempre più capace, lasciando ben presto gli sviluppatori web davanti ad una scelta: creare contenuti seguendo i nuovi standard con un sempre più promettente futuro, o limitarsi alle possibilità offerte dal browser attualmente dominante ma dalla posizione sempre più incerta?

Con l'avvio della transizione al nuovo, la stagnante monocultura ha cominciato a manifestarsi sempre più evidentemente come la pesante palla al piede che era in realtà sempre stata: tecnicamente inferiore e limitante, un peso per gli sviluppatori, ed un pericolo per gli utenti.

Creare pagine web universali si è sempre più rivelato per la sua assurda natura: scrivere codice una volta per “tutti gli altri” e quindi ricorrere a penosi e complessi artifici per qualcosa che era non solo cronologicamente del secolo scorso. Persino la Microsoft stessa, quando il crescente successo delle alternative3 l'ha costretta infine a riprendere lo sviluppo di Internet Explorer, si è trovata ad avere come ostacolo principale proprio gli utenti che, affidatisi allora a programmi sviluppati in forma di controlli ActiveX per IE6, si sono ritrovati a non poter aggiornare il browser salvo perdere l'uso dei suddetti programmi, spesso necessari per lavoro.

E se la reticenza all'aggiornamento è il più grave problema contro cui deve combattere la responsabile della monocultura, l'eredità del “pensiero pigro” che l'ha accompagnata la devono invece pagare quegli utenti che si ritrovano ancora a combattere contro siti che, per loro natura, avrebbero sempre dovuto essere di universale accessibilità, ma che purtroppo, gravemente, non lo sono.

Esempi:


  1. vuoi per volontà, vuoi perché impossibilitati dall'uso di piattaforme diverse da Windows, quali Linux o Mac OS ↩

  2. Outlook Express ↩

  3. soprattutto Firefox, presto seguito da Safari e più recentemente da Chrome (per qualche motivo, la percentuale di utenti Opera non è cambiata mai molto, nonostante la sua superiorità tecnica) ↩