Stavolta non si parla del porco magnificato da Majore (a cui avevo già accennato, ma si propone qualche interessante variante, come l'uso del plurale “porchi” invece del più tradizionale “porci”, nell'uso aggettivale del suino: come ad esempio il porco pasto che si sta organizzando per stasera, che di suino non ha nulla (ah, no, ci sarà anche la bresaola), ma è comunque corredato da alimenti “porchi”: dalle Pringles alla fonduta al cioccolato. E poi i pensieri.

Ovviamente, tutto ciò è possibile anche perché sono, dopo tutto, un porco senza fondo.