Oggi uno straniero ha raggiunto la nostra comunità. È arrivato dalle ombre, e si è fermato al limitare della comunità, com'è usuale.

L'arrivo di uno straniero è un evento raro: prima d'ora, nel corso della mia vita, è successo solo una volta, quando ero ancora un bambino. Come allora, l'evento ha causato una certa commozione, con i bambini che correvano gridando avanti e indietro, mentre gli adulti, tra i quali stavolta anch'io, hanno sospeso per qalche minuto le loro attività, rimanendo a guardare lo straniero da lontano.

È stato nell'attesa che è seguita che ho deciso di scrivere queste pelli. Per me, l'arrivo dello straniero significa la possibilità di imparare cose nuove, soddisfare la mia eterna curiosità; ed ho pensato che se la conoscenza delle antiche civiltà è svanita con loro e con chi di loro aveva memoria, l'unico modo per evitare che questo succeda è di registrare per iscritto gli eventi.

Se in futuro, quando persino la memoria di me sarà svanita, qualcuno vorrà soddisfare la propria curiosità, potrà farlo leggendo queste pelli. Ma so anche che non è detto che chi le leggerà conosca il mondo come lo conosciamo noi; per questo ho deciso che preparerò altre pelli in cui descrivere anche gli aspetti comuni della vita quotidiana, pur sapendo che sarà difficile indovinare quali cose nel futuro potranno essere diversa da ora, come ora lo è indovinare quali cose fossero diverse nei tempi antichi.

Dal centro è infine emerso il vecchio Guido, accompagnato da Cielo, con una brocca d'acqua da offrire allo straniero, che l'ha accettata con un inchino. Dissetatosi, lo straniero ha quindi restituito la brocca a Guido, ha raccolto la propria sacca, ed ha seguito il vecchio fin sotto la tettoia del centro, con i bambini più curiosi che si affollavano intorno a loro e Cielo che cercava di calmarli, ricordando loro che lo straniero doveva riposare.

Per noi adulti non è rimasto altro da fare che tornare alle nostre attività. Ho sbrigato rapidamente quello che dovevo fare, e sono corso in casa a scrivere. Non nascondo di sentirmi non meno curioso di quei bambini: ricordo ancora la delusione che avevo provato la volta precedente, nella quale lo straniero parlò poco, e per lo più in una lingua a me sconosciuta; spero che il nuovo arrivato —che non mi sembra essere lo stesso della volta scorsa— possa invece raccontarci qualcosa di interessante.