La Strega/2
Della strega io non avevo paura; al più, un certo disagio riflesso, ispirato dalla paura degli altri, dalla distanza da loro mantenuta. E non lo dico certo per vantarmi, la boria non mi si addice e non sono nemmeno particolarmente coraggioso; non credo tra l'altro che la mia istintiva reazione di stupore e curiosità nei confronti della strega sia mai stata molto diversa da quella che ebbero gli abitanti del villaggio al suo arrivo. Però ecco, non la potevo certo chiamare paura. Finora.
Trovarmi qui ora, però, con l'oscurità intorno, la porta davanti a me con chissà cosa dietro, ed i compagni che mi hanno portato qui nascosti da qualche parte a spiarmi dall'altra parte della strada, non mi fa sentire tranquillo, ed è molto più di un semplice disagio riflesso quello che sento ora, perché ho il cuore che mi batte forte che penso lo si possa sentire anche fuori e sto sudando freddo e vorrei essere da un'altra parte e non certo qui davanti a bussare e scappare via come mi hanno sfidato a fare.
Non è bello dover scegliere tra l'essere preso in giro e picchiato per tutti i futuri giorni, o venir mangiato dalla strega ed evitare così che i futuri giorni ci siano. Perché diciamolo, io a tutte le storie del cannibalismo non ci avevo mai creduto. Finora, però. Perché ora questa porta sembra quasi che anch'essa mi sfidi a bussarci contro, a mostrare di avere il coraggio di mettere a repentaglio la mia vita disturbando questa crudele e minacciosa strega che chissà cosa farà delle mie povere carni. Tanto varrebbe presentarmi con un mazzo di rosmarino e una mela in bocca e risparmiarle di doversi andare a cercare i condimenti.
Sto delirando. Devo fare una cosa semplicissima, bussare e correre via, la strega non farà nemmeno in tempo a vedermi. Parole che non riescono a convincere il mio braccio tremante che si alza per dare un rapido doppio colpetto, le gambe già pronte a tirarmi via di là. Mi immagino la porta che si apre di colpo prima che io possa colpirla una sola volta, un demone inferocito comparirmi davanti, mi immagino incespicare e crollare di schiena mentre questo mostro con una testa di Medusa mi si avventa contro, pronto a divorarmi.
Sono ancora qui, mi guardo dietro ed i miei accompagnatori sono lì, li vedo che si affacciano dalla siepe dall'altra parte della strada, che mi fanno il gesto di bussare; secondo me hanno più paura di me, hanno paura di doversi pentire di questa bravata, e però sono io qui davanti che deve bussare a questa porta. E quindi lo faccio. Deglutisco a vuoto, e do due colpi, rapidi ma nettamente udibili, sembrano rimbombare dappertutto, ed io rimango paralizzato dal rumore che ho fatto; le mie gambe si rifiutano di portarmi via di là.
E la porta si apre, e la figura della strega ne riempie il vano, sagoma nera contro rossastri riflessi luminosi sullo sfondo, ed io non riesco a muovermi, paralizzato come sono dalla paura. Siamo a pochi centimentri, ed io sento distintamente il suo odore pungente, e mi sento investito da un'ondata di calore, e non capisco se è dalla stanza dietro di lei che proviene, o se invece è vero quello che dice la gente, che è lei ad emanare un calore così intenso. Anche perché non capisco niente in questo momento, salvo che le mie gambe finalmente si sciolgono, ma si sciolgono troppo e non riesco a correre, solo ad indietreggiare barcollando.
Finché il mio piede non trova il vuoto dove finisce lo scalino antistante l'uscio, facendomi crollare sul viottolo, riverso sulla schiena mentre la strega avanza verso di me, ed io scalcio per rimettermi in piedi e correre via, ed appena mi sono alzato lei è lì accanto a me e mi afferra, e mi guarda fisso con quello sguardo che non ha nulla di torvo e minaccioso, ma è invece acceso da cupidigia e bramosia, e la cosa mi mette ancora più paura. E se non riesco più ad opporre resistenza, e mi lascio trascinare fin dentro casa, ho un unico martellante pensiero in testa: “non voglio morire, non voglio morire, non voglio morire così”.