Da un paio di settimane le chiavi di ricerca per le (poche) visite a questo sito erano costellate da riferimenti all'Happy Wok di Catania; di per sé questo non è una novità, ma stavolta il locale era associate a parole che indicavano ispezioni, chiusure, problemi igienici.

C'è qualcosa di strano sullo scoprire una notizia (senza dettagli, ovviamente), o quanto meno una “voce di corridoio”, prima che questa sia diffusa o discussa in uno dei tanti siti di “informazione dal basso” e di “controinformazione” emersi negli ultimi anni. Ma questa è una questione da rimandare ad altri momenti.

Ho scoperto l'Happy Wok tramite amici di colleghi, una sera in cui dovevamo discutere di importanti progetti per il nostro futuro senza allontanarci troppo dall'aeroporto.

La proposta del locale non mi rese all'epoca particolarmente felice, perché tre esperienze precedenti di ristorazione cinese in varie parti del mondo (mai in Cina, però) mi avevano lasciato con un senso di nausea il cui trigger non mi era mai stato chiaro: germogli di bambú? germogli di soia? salsa di soia? dado da brodo?

Ma non c'erano molte alternative, e quindi decidemmo di provare comunque questo locale.

L'esperienza fu per me liberatoria oltre che gratificante: dalla possibilità di parcheggio senza caimano1 al menu a prezzo fisso, dalla varietà di scelta del cibo alla quantità, dall'assenza di sensazioni di nausea ai fagottini di Nutella.

Beninteso, nella decina di volte in cui sono andato a mangiare all'Happy Wok la scelta non è mai stata guidata dalla qualità: nessuno dei piatti era preparato in maniera sopraffina, ma dovendo scegliere tra spendere una ventina di euro in uno dei famosi ristoranti giapponesi “di classe” sparsi per Catania, mangiando sì e no quello che poteva contare come antipasto, e spendere lo stesso per una quantità arbitraria di cibi di qualità meno sofisticata, ma che comunque non rientrano tra i miei preferiti, la scelta è sempre stata ovvia.

Peraltro, mangiando all'Happy Wok non ho mai avuto problemi di intossicazione, anche se la possibilità di strafocarsi senza ritegno ha causato qualche problema al mio non più giovane stomaco.

In definitiva, oltre alla continua minaccia per la mia linea, principale ragione per il mio ridurre le visite al locale dopo l'iniziale entusiasmo, una ulteriore componente dissuasiva fu il cominciare ad emergere dei parcheggiatori (ovviamente locali, in contrasto con la quasi totalità degli inservienti del ristorante, di evidente origine asiatica, sebbene la mia scarsa conoscente dei fenotipi di quelle parti mi impedisce di dire con certezza se cinesi, giapponesi, koreani o cosa).

Fin dalla prima visita all'Happy Wok mi sono chiesto come potesse vivere un locale del genere. Per la mia prima cena in loco, il posto mi parve sproporzionatamente capace, troppo grande per le poche persone che lo visitavano. In altre occasioni, d'altra parte, mi sono dovuto ricredere, viste le folle oceaniche che vi ho trovato in giorni meno feriali, folle di gente di ogni sorta; il fatto che il locale fosse spesso frequentato da famiglie asiatiche, peraltro, ne deponeva a favore (anche se non ho mai escluso la possibilità che questi fossero semplicemente parentado degli inservienti).

Non ho mai avuto dubbi sul fatto che l'esistenza stessa del locale fosse strettamente legata a qualche mafia; e l'assenza di posteggiatori le prime volte mi aveva fatto fortemente sospettare che il locale fosse un centro di riciclaggio di denaro per qualche clan di mafia cinese; piuttosto, il mio dubbio era su che tipo di rapporto ci fosse con la mafia locale, che tipo di accordi si fossero raggiunti.

Quando cominciarono a spuntare i primi posteggiatori in zona, ho assistito a scene interessanti, con i posteggiatori fermi fuori, ed un tizio con caratteri nettamente asiatici che invece invitava la gente a parcheggiare nel vasto parco del locale —gratis. Nelle ultime visite, i posteggiatori locali erano dentro.

Era un po' come assistere ad un braccio di ferro, ed era evidente che la mafia esterna stava perdendo terreno, cedendo alle pressioni della mafia locale. E questo, nonostante il successo strepitoso del locale facesse sí che fosse sempre pieno, da gruppi di americani venuti da Sigonella a numerose famiglie del quartiere popolare di San Giuseppe La Rena.

La notizia delle ispezioni e della chiusura dell'Happy Wok per i problemi igienici riscontrati non mi ha sorpreso. Non mi ha sorpreso perché un posto che offre tanto cibo a basso costo da qualche parte sta prendendo scorciatoie; solo un ingenuo sarebbe stupito sul fatto che le prenda anche nel reparto cucina e igiene.

Ma non posso dire di non avere il sospetto che la cosa sia stata motivata più da calli pestati a Famiglie di un certo peso che a denunce da parte di clienti qualsiasi. Non sarebbe certo il primo caso dalle nostre parti di forze dell'ordine “pilotate” da amici cui qualcuno ha dato fastidio.

Certo sarebbe interessante sapere cosa troverebbero ispezioni a tappeto in tutti i locali del catanese, incluso quel nuovo ristorante asiatico con buffet a prezzo fisso che con la chiusura dell'Happy Wok ha perso l'unico concorrente …


  1. nel nostro lessico famigliare, il posteggiatore abusivo, per la tendenza a danneggiare le macchine (tipicamente tagliando/sgonfiando le ruote) a chi posteggia senza pagare. ↩