Una storia semplice: dopo la singolarità tecnologica l'umanità si trova a dover affrontare la rivolta delle intelligenze artificiali da lei stessa create. Un armistizio isola i creatori dai creati, e dopo 40 anni un attacco a sorpresa manca di poco il genocidio del genere umano. I sopravvissuti cercano scampo ed un pianeta su cui ricominciare.

Nelle sue quattro stagioni la serie riesce a toccare temi interessanti, a partire dal rapporto uomo-macchina, con particolare attenzione all'etica dell'intelligenza artificiale, ma anche a quella dell'umanità stessa. Si va dalla predestinazione all'eterno ritorno passando per il razzismo e la redenzione.

La serie piace.

Piace per l'egregia recitazione, curata fin nei piccoli gesti, dai tremiti del nervosismo all'eccesso di zelo.

Piace per la perversa manipolazione cui sottopone le mitologie occidentali e medio-orientali, quella greca e quella cristiana in particolare.

Piace perché tiene un buon ritmo, senza esagerazioni e con pochi intoppi, reggendo una buona suspance; e se certi momenti si prevedono con largo anticipo è anche vero che non mancano imprevedibilità e colpi di scena.

Piace per la gnocca, con eventuali dibattiti sulle preferenze: è meglio una Tre, una Sei, una Otto o una Dee? (I link potrebbero contenere spoiler.) Per altri appetiti c'è un po' meno scelta, tra Lee e Agathon, o Gaeta se piacciono i nerd.

Piace perché riesce a non essere manichea, per le personalità sufficientemente ricche di spessore e sfaccettature da non appiattire quattro anni di storia in una semplice guerra di buoni e cattivi, pur non mancando di protagonisti ed antagonisti.

Piace perché può stimolare la riflessione. Cos'è una persona? Qual è il futuro dell'umanità? Quanto vi pesa il suo passato? Sappiamo imparare dai nostri errori?

Non mancano gli scivoloni. A volte un po' buonista, a volte troppo mistica, a volte troppo filosofica, la storia procede, mantenendo anche nel finale quel misto di qualità e piccoli difetti che ne caratterizzano l'intera realizzazione, quel finale che ci si aspetta, ma non proprio come ce lo si aspetta.